Preparare una gara consiste nell’allenarsi.
Ogni gara ha il suo imprevisto, spesso il trucco è accettare questo come dato di fatto. Così è stato per me riguardo ad Aronaman.
Il posto è bellissimo, il lago Maggiore, non il più grande d’Italia, ci deve essere una qualche ragione per cui è chiamato maggiore … comunque Arona sembra una città piuttosto elegante (cioè costosa) quindi soggiorno a Dormelletto, un nome che sembra suggerire il sonno (non uso il latino perché non lo conosco ma sarebbe stato azzeccato dire nome nomen).
Comunque non ho molto tempo di meravigliarmi dei colori che il sole dona al castello nell’altra riva, al lago ed alla città di Arona: devo capire dove è la zona cambio, devo trovare un parcheggio, devo consegnare la bici e fare tutto abbastanza velocemente da poter arrivare al checkin in albergo prima delle 8 di sera. Fortunatamente la strada non è chiusa come avevano avvertito, fortunatamente un parcheggio alla meglio in divieto non da problemi (ne multe), fortunatamente la fila per il pacco gara non è disumana, fortunatamente viene fornito dalla organizzazione un sacchetto di nylon per coprire la bici (tipo bozzolo di farfalla). A ben vedere, col senno di poi, non tutti gli imprevisti sono negativi. Riesco a sistemare la bici prima delle 7 e 30, esco dal parcheggio e vado in albergo (5′ d’auto). Doccia, cena, letto.
Sveglia alle 4 (partenza gara alle 6.50, chiusura zona cambio alle 6.30). Integratori: ho studiato abbastanza bene la situazione, dovrei poter terminare la gara in 6 ore (scaccio la velleità di andare sotto questo limite, non so se sarà bagnato e non conosco la salita) essere a posto:
– boraccia da 700ml e 150kcal disciolte e barretta da 150kcal: questo copre la frazione ciclistica
– gel 100kcal: appena uscito dall’acqua per recuperare energie della frazione nuoto
– magnesio-potassio se fosse troppo caldo per evitare crampi
– gel 70kcal con amminoacidi perché li ricordo come benzina dalla granfondo dei sibillini del 2013
Comunque penso alla colazione. Non prendo latte ma tea al limone, mi fa cagare ed è perfetto. Di roba ce ne sarebbe, ma preferisco rimanere leggero: anche se sono solo le 4 non voglio tenere l’intestino impegnato e la cena di ieri è stata più che sufficiente.
Faccio le cose di fretta in zona cambio, metto le scarpe, tolgo il nylon, pretendo di uscire in orario, quando avrei dovuto approfittare per gonfiare le gomme, cosa che farò durante la T1.
Nuotare non è il mio mestiere. Mi metto in scia, ormai l’ho capita, tranquillo e cerco di tener dietro a chi va molto lento e rimane dietro, cioè dietro a tutti, ma cerco di tenere seguire un tragitto efficiente. Sono 2 giri, avrei dovuto tenerlo a mente. Al secondo giro, avendo tolto gli occhialini, per lo più è tutto appannato ed anche la tattica del seguire il tragitto diventa difficoltosa, devo tirare su la testa più spesso.
Non è tanto quello il problema, mi preoccupa di decidere se gonfiare o meno la bici, ma decido per il sì: ci sono 36km piani, ho le appendici e posso sperare di farli in un ora, ma con le ruote ben gonfie, giacché è tutto bell’asciutto.
Ah, ecco il rapporto lungo. Questo non ci voleva, la partenza è in salita, ed anche se è leggera non è l’ideale. Rischio di travolgere il pubblico (a quell’ora?!? gente strana). Poi anche infilare le scarpe è un parto, per non parlare dell’attesa del gps e dei satelliti. Ma poi è piano. E qui l’ultimo mese di allenamento mi regala una piacevole sorpresa, sono praticamente il più veloce tra quelli rimasti indietro al nuoto, anzi, riprendo anche qualche donna, ma solo nella parte piana. Così arrivo al rifornimento, ci sarebbe la barretta, ma prendo solo l’acqua e un gel che fa comodo. Mezza barretta l’ho già mangiata e l’acqua va bene per digerire l’altra metà . Non sto seguendo il programma, ma i rifornimenti sono riforniti e non avrò problemi. Succede che durante la salita riesco a rilassarmi e far andare le gambe un po’ più velocemente, non so bene cosa sia ma ho il sospetto che il mio modo di pedalare sia piuttosto inefficiente solitamente e trovando la postura giusta potrei fare anche le salite in modo discreto. La salita è tortuosa in mezzo ai boschi, poi c’è un po’ di pianura e si aprono i boschi, si sentono pascoli bovini. Poi fanno capolino giocatori di golf con la sacca in spalla. Si scorge poco come panorama, o forse sono troppo impegnato dalla strada che non conosco, e dalla gara. Bisogna tenere la distanza da chi precede, sorpassare in breve tempo, o farsi sorpassare. Non è sempre semplice, è strano come diventa difficile tenere la scia quando invece si potrebbe e si dovrebbe farlo.
La salita sembra finita e per la maggior parte tutto fila liscio, le curve sono larghe ed arrivo a posare la bici.
Sulla corsa sono scarso, l’ho tralasciata negli ultimi 2 mesi per feritine o scuse varie, così non esagero, dopo 7km mi fermo per pisciare dove non dovrei, ma gli alberi, in fondo, nascono e crescono per quello. Poi posso proseguire, ma fermandomi di nuovo, questo l’ho stabilito durante l’ultimo allenamento: non reggo, quindi meglio fermarmi e approfittare anche per prendere il gel. Il tempo è perfetto, 24°, non si può chiedere di più (taxi a parte).
Finisco in 5h39’52”. Ma questo lo scopro il giorno dopo, sicuramente so di aver finito prima delle 6 ore e questo per me è un ficata. Non so se potrò eguagliare questo in futuro, non è un gran tempo, lo so, ma non sono un granché, e so anche questo.
Quello che ho capito è che a volte è inutile starci a ragionare troppo con tattiche di allenamento, e tutto il resto. La bici ha bisogno che tu pedali, e devi starci sopra, e pedalare. Il cervello conta fino ad un certo punto, devi metterci l’anima e il cuore, non solo in senso polmonare e cardiaco.
In seguito, uno degli allenamenti che mi sono piaciuti di più è stato fare le ripetute in bici: 20″ tirando, 10″ recupero x8, 5 minuti di recupero, tutto ripetuto x5. Andrebbero fatte in pianura, ma ho trovato più interessante farle su pendenza mista, con interezioni e traffico (molto moderato, ma non assente). Il bello è la concentrazione nel dover eseguire tutto senza perdere equilibrio, arrangiandosi con cambio rapporti se è salita, gestendo anche sorpassi o pedalando e frendando contemporaneamente … pensare solo all’esercizio ed al resto non pensare affatto.
Per quanto tutto il mondo e la mia vita sia più importante di qualsiasi gara o allenamento, in realtà non è importante neanche quella, e a volte squilibrare le priorità permette di vedere le cose da lontano, distaccati da se stessi, e capire che ci si rifiuta di vedere ciò che è evidente e che ci tiene prigionieri di un personale modo di essere.
Forse mi sbaglio, ma farò altre gare e altri allenamenti. “secondo me siamo al mondo per imparare”, mi disse una volta una ragazza, e forse ha ragione, e forse va bene tutto, che sia costruire la torre Eiffel, calcolare la traiettoria di un asteroide, diventare miliardario, o fare una mediocre gara di triathlon medio, o un semplice allenamento.
Va bene tutto.