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Bisogna raccogliere il dissenzo in contenitori democratici compatibili col sistema repubblicano, legali, ed inseriti nel normale arco istituzionale.
È per questo che esistono partiti populisti e demagoghi. Essi raccolgono i voti di chi non è daccordo con le logiche di spartizione del potere. I loro rappresentanti e frontman/frontwoman sono perfettamente inseriti nel sistema di potere esistente, anche se continuano a sostenere tesi contrarie al sistema, essi sono una sorta di paracadute per il sistema attuale, un modo soft per non far percepire al popolo che si è in trappola.
È facile ritenere per un elettore estremista che la colpa sia del voto degli altri, che le cose non cambiano perché il proprio partito non ha la maggioranza. In effetti il proprio partito, quello “estremista”, non farebbe nulla neanche quando avesse la maggioranza, è lì semplicemente a fare da paracadute, e non importa che successivamente non prenderà voti, un politico ha una quantità di paracaduti grazie ai quali può cavarsela comunque (vitalizzi, e via dicendo).
Riguardo l’abolizione del vitalizio, la tecnica è la seguente: chi è all’opposizione vota per l’abolizione del vitalizio, chi al governo per il mantenimento. A volte è l’inverso: la maggioranza prova ad abolirlo, e parte dell’opposizione vota contro. Ma questo accade solo se i numeri sono giusti.
Sinistra Ecologia Libertà . Partito considerato estremista di sinistra. Raccoglie tutti i voti di chi vorrebbe un sistema meno competitivo e più protezionista. Le reali azioni di rinnovamento sono inesistenti, generalmente gli elettori che votano SEL sono dipendenti pubblici, che ottengono per questa appartenenza dei favori, anche se non espliciti, si oppongono ad un sistema di valutazione meritocratico obiettivo (vedi sistema di punti per insegnanti). Questo partito non ha nulla contro il sistema, è assolutamente a favore della burocratizzazione della società , in perfetta antitesi con Bruno Rizzi, che ovviamente non è stato mai digerito dalla sinistra pseudo-marxista italiana.
Fratelli d’Italia. Partito di “ispirazione fascista”, non dichiaratamente, visto che è vietato dalla legge, rimane nel non-detto, tutti lo sanno, ma non è vero. E infatti non è vero. Non vuole la creazione di un partito fascista, non vuole mettere a capo un Duce carismatico, non vuole somministrare olio di ricino a chi non rispetta le regole. Semplicemente vuole mettere in dubbio la tesi che il fascismo sia stata una esperienza fallimentale. Una intera architettura dialettica su questioni di principio per dividere le coscienze, e far sì che si scelga: di qui o di là . Ma nessuno dice per fare cosa. Sostiene posizioni contro il sistema, come il ritorno alla sovranità monetaria, per poi non fare nulla per questo, o dileguarsi inspiegabilmente.
Lega Nord. Per questa formazione politica è importante sponsorizzare l’appartenenza e l’identità nazionale, oppure locale, o comunque solleticare la paura del diverso. Raccoglie così un malcontento dovuto alla microcriminalità .
Movimento 5 stelle. Sembra uscire da questo schema, ma essendo nei fatti etero-diretto, ovviamente sottostà al concetto di contenitore di malcontento.
Votare ha senso? No. Non ci sono possibilità di cambiamento tramite il voto, i partiti istituzionali sono per le istituzioni, quelli “contro” sono ugualmente per le istituzioni.
Il voto costituisce una fase grazie alla quale c’è una spartizione e una differente suddivisione degli equilibri di potere. Quindi non ha senso se ci si aspetta che le cosa cambino secondo quanto detto in campagna elettorale, ma solo se si considera differenti pesi ed equilibri di potere.
Resta il fatto che il voto è una parte realmente poco importante per il cambiamento, e molte altre azioni portano un cambiamento molto più incisivo.
Ci sono gli acquisti, e lo sciopero degli acquisti che incide decisamente negli equilibri di potere.
Le associazioni, e le azioni, e richieste, e conquiste che queste riescono ad ottenere, presso le istituzioni, e tramite i propri rappresentanti. Le pressioni su questi rappresentanti, il controllo di questi rappresentanti.
Le associazioni sono ad esempio Confartigianato, CNA, Confcommercio, Confindustria.
I sindacati CGIL, CISL e UIL quelli che raccolgono più adesioni, hanno strutture simili ai partiti, e per questo sono effettivamente poco incisivi, determinano equilibri di potere, e, al pari dei partiti, assorbono una quantità esagerata di risorse.
Qualsiasi tipo di associazione tende generalmente a diventare bulimica di risorse, le associazioni dovrebbero essere usate per ottenere dei risultati, e non per farsi tragurgitare in voragini di dialettica infinite.
Si direbbe la stessa cosa per la politica, ma purtroppo il sistema è talmente malato che andrebbe terminato.
Il Governo non ha un piano, non ha obiettivi. Questo fa sì che non fallisca. Il Parlamento si fa promotore di cambiamenti di cui non avrebbe neanche il titolo, ma comunque riesce ad ottenere dei consensi.
Cosa andare a votare domenica prossima? Cosa? Cioè quale equilibrio di forze, o meglio quali forze?
Mi viene da pensare al politico intervistato da Mastroianni in Signori e Signore, Buonanotte
Quella sarebbe la persona giusta da votare.