Riesco a decidermi solo alle 3 di notte del venerdì: quale sarà la mia prossima GF?
Granfondo Laghi della Garfagnana
Arrivare è un po’ particolare, pare che bisogna passare per Pisa, e poi Lucca. Vorrei usare i mezzi ma non mi convince molto l’idea che esista veramente un treno per Castelnuovo di Garfagnana. Google dice di cambiare a Pisa, e prendere per Lucca, e poi per Castenuovo. Ma a volte sono autobus, non è il massimo dell’affidabilità google maps. (Ma questa volta ci ha preso! Arrivare a Castelnuovo in treno è possibile e molto facile)
Per tutta la mattinata sono un po’ frastornato da tutti, i vicini, i villeggianti, la barista …
Riesco a decidermi dopo le 10. Arrivo all’autonoleggio e chiedo cosa è disponibile. Auto costosa e con bagagliaio piccolo. Faccio un altro giro. Indeciso se andare in moto e rinunciare alla pedalata tra i monti della Garfagnana. Di certo devo fare rifornimento.
Voglio pedalare. Per quanto non sono in forma, devo frequentare gente mentre fatico sulle salite. Sono stufo di fare sport strani, come il fuma-fuma.
Torno al noleggio auto, ed ora trovo “solo” un Opel Corsa ibrida con cambio automatico. “Ok, la prendo. Tirerò giù i sedili e ci sto lo stesso”.
Sabato, ore 12, fa già piuttosto caldo. Carico la bici. Poi l’abbigliamento, lo stretto necessario. Parto. Pranzo a Colfiorito, in un ristorante che non conoscevo. Sala ampia ed arieggiata. Pappardelle al cinghiale. Pasta all’uovo e cinghiale in umido al pomodoro. Un quarto di rosso che bevo per metà. Tiramisù servito un baratto che io normalmente ci trovo i carciofi sott’olio, ma al ristorante va di moda così. Tiramisù fatto coi pavesini. Ok, meno male non sono carciofi.
Fino all’ingresso in A1 non mi fermo. In autostrada voglio prendere una cocacola, anche per capire se la qualità della gente è migliorata. Le bottiglie in plastica sono tutte personalizzate con un nome. Dico “eh ma il mio non ci sta”, alla ragazza addetta al rifornimento. Dice che è strano e si mette in testa di trovarmene una col mio nome. Controlla tutte quelle in frigo. E poi quelle che dovrebbe mettere su. Tra quest’ultime trova quella con scritto “Daniele”. Dice che non c’è neanche Roberta, strana un bel po’.
Mi accorgo di avere comprato una cocacola calda solo dopo essere uscito dall’autogrill, ma è così gasata che va bene lo stesso, non è neppure così calda, tra l’altro, sui 10 gradi direi.
A Firenze si prosegue, e poi si prende per Pistoia, poi Lucca. Faccio strade che non ho mai fatto. Poi la strada per Castelnuovo è tutta panoramica al contrario, cioè sotto il vallone, vicino al fiume che scorre qua sotto, asfalto molto ben messo.
L’auto. La Opel Corsa con cambio automatico ibrida è per me davvero sorprendente. Ci faccio un giro attorno quando sono all’autogrill a bermi la mia Coca-cola-Daniele. Cerchi il lega, freni a disco anche nelle posteriori, sensori di parcheggio, telecamera posteriore. Certo che litigo con il cambio automatico, convinto di pigiare la frizione, ma normalmente un’auto così piccola non ha lo spazio per usare 3 pedali, a meno che non hai piedi di donna, e scarpe piccole. Invece 2 pedali stanno benissimo a tutti. Ha 3 modalità di marcia: Sport, Normal, Eco. La possibilità di cambiare manualmente (2 leve sul volante, ci metto 400 km per capire a cosa servono). Aria condizionata. E da ferma parte in elettrico. Ogni tanto si spegne il benzina … Insomma, fa un po’ come gli pare, ma l’impressione è che consumi davvero poco.
Non arrivo in tempo per ritirare il numero la sera. Ma arrivo ad un ristorante che serve pizza, focacce, gin tipico, hamburger tipici. Si chiama “La Rocca”.
Bella Vita è l’ostello dove alloggio, o forse è solo un bar. Ma non ci bado. Sotto ha una ampia camera con letti a castello, quindi posso dormire.
Al mattino mi sveglio presto, ma stanco. Decido di partire per la GF solo alle 6.15. Arrivo, parcheggio baldanzoso difronte alla porta del bar dello stadio, in un posto quasi vietato, scendo e vado a fare l’iscrizione da ospite, non sono tesserato quest’anno. Ma prendo anche il chip in affitto. Esco, vado a parcheggiare, monto la bici, metto l’abbigliamento, salgo in bici e pedalo. Sensazione strana. Le gambe ci sono e non ci sono. Aspetto la partenza pensieroso. Parto e tengo la ruota di uno che va piuttosto regolare. Non voglio strafare, almeno per i primi 60 km, la mediofondo sono 79Km. Forse non voglio strafare e basta, voglio solo farmi un giro.
Il telefono è quasi scarico, mi fermo solo per fare questa strana foto:

Il paese dovrebbe essere Isola Santa, ci siamo passati vicino prima di salire qui, che è un altro paese, con un altro nome. Tra questi monti un po’ tutto è santo, basta che c’è una sorgente d’acqua che ti fa campare. Il sito della Granfondo ha foto spettacolari, e davvero pensavo fossero irreali o con filtri. Anche quando ho preso questo scatto, non mi aspettavo che fosse così bello, forse per via degli occhiali da sole. Niente filtri, è proprio così.
Una discesa è messa piuttosto male, ci hanno avvertiti, subito dopo il pezzo cronometrato da 4 km. Fortunatamente pulita sulle curve, anche se un po’ di brecciolino poco prima di un tornante non è stato il massimo. Del resto aveva piovuto da poco, quindi asfalto discretamente pulito.
Tutto il resto è filato liscio, tranne 10 minuti di pioggia. Del resto ho fatto di tutto per spicciarmi, ma le mie condizioni fisiche non erano un granché, una media di 20km/h su 76km e 1500mt di dislivello (sì, ci hanno regalato qualche km 🙂
Tutto il pasta party sotto le tende, mangio con qualcuno che ha fatto qualche salita con me, chiedo anche il nome, ma poi le parole volano e la memoria scivola.
Dicono di andare sulla gradinata, ma volevo andarmene. Pensavo durasse troppo la pioggia ed avevo bisogno di una doccia.
Così restituisco il chip, metto l’antivento, che è più asciutto, arrivo alla macchina, smonto le ruote sotto la pioggia e butto su tutto.
Penso di aver provato diverse droghe in vita mia, tutta roba leggera a dire la verità, niente di preoccupante. Ma non c’è niente di meglio di una bella doccia lenta sotto la pioggia mentre smonti la bici per caricarla sull’auto. Ha quel qualcosa di innocuo, inusuale, e anche un po’ folle. Nessuno si metterebbe a smontare le ruote della bici tranquillamente senza urgenza. Eppure è così, farlo senza motivo, e comunque farlo, è leggero ed inaspettatamente rilassante.
Arrivo vicino l’ostello e parcheggio lontano. Mi faccio una paseggiatina sotto la pioggia. Poi doccia. Purtroppo l’acqua calda è guasta. Doccia fredda.
Dovrei dormire o riposare, ma non ho per niente sonno, e neppure sono troppo stanco. Mi faccio due passi in paese.
Al bar sotto il loggiato mi prendo un Fernet perché la pasta al pesto scende con poca convinzione. Ma hanno un liquore chiamato “Nulla”, e un altro “Niente”. Così gli dico che pago Nulla, tanto il prezzo è quello.
E siccome non ho il cavetto per caricare il cellulare, inizio peripezie per provare a rimediare. Di domenica. Chiedo. Al bar. Arrivo al supermercato. No. Chiedo al supermercato. Pieve Fosciana. Avrei dovuto trovare un negozio cinese, ma è probabilmente quello chiuso. Vado ad un ristorante Giapponese gestito da cinesi. Ok, è una cosa un po’ assurda, ma meglio battere piste inusuali. Mi dice che boh, parla italiano stentato. Poi chiedo un sake, e mi fa bere una brocchetta dalla quale verso con 5 o 6 bicchierini. Allora poi parliamo un po’, di pasta al pesto, di pizza, di tortellini al ragù, di quando va a Prato a mangiare. Insomma un po’ di tutto, ma del mio cavetto per il caricatore niente. Il biscotto della fortuna dice:
“sei veramente bravo come credi.”
Non a trovare il cavetto USB-C per il cellulare, direi. Tutti i negozi che ha consigliato il cinese (che non beve sake, né mangia pesto alla genovese), sono chiusi, e tra l’altro sono gli stessi che avevo controllato prima.