Credere di essere il risultato delle proprie scelte.
Credere di poter cambiare la propria situazione solo grazie alle proprie scelte.
Credere che le proprie scelte siano sempre libere e che si abbia sempre avuto la lucidità di prenderle quelle scelte.
Pensare di essere colpevoli per non aver fatto la cosa giusta, per non aver insistito o desistito al momento giusto.
Senno di poi.
Il senno di poi te lo sbatti sui coglioni, usava dire mio zio.
Il problema è che il ventaglio di scelte possibili sono determinate solo dalla conoscenza.
Stupidamente il consiglio dei nostri genitori era quello di studiare, perché chi ha studiato ha una posizione migliore. Non è vero.
Chi ha una posizione sociale migliore ha studiato, ma invertire le cose non funziona molto.
Chi ha studiato potrebbe avere una visione più ampia e chiara della situazione, può sfruttare questa visione per prendere decisioni migliori per se stesso, e forse sollevarsi dalla propria posizione e migliorarla.
Quel che trovo più chiaro è che nessuno cerca di venderti fumo mettendoti in testa sogni impossibili o l’idea che potrai raggiungere il successo facilmente.
Mentre invece tutti cercano quel fumo, tutti cercano di crederlo che sia semplice, tutti credono che raggiungere qualcosa sia semplice, anche qualcosa di grande, non importa. Si vuole trovare la scorciatoia, in una specie di delirio di onnipotenza.
Abbiamo progettato noi quel prodotto, e troviamo nel mercato sempre qualcuno che ce lo venda, troviamo la zingara che ci legge la mano e ci promette un futuro raggiante, troviamo auto sportive a costi spropositati che ci avvicinano al nostro sogno di nababbi, troviamo carne in scatola fresca, pesce affumicato appena pescato, venditori di sale da sciogliere nell’acqua e trovare la felicità , troviamo rapporti affettivi a pagamento che ci rendono meno soli senza doverci sforzare di trovare il coraggio di guardarsi in faccia.
Il prodotto lo progettiamo noi, qualcuno ce lo vende, e siamo sempre pronti a puntare il dito verso chi lo sta vendendo.
Progettiamo anche quello, preferiamo pensare che la situazione è questa perché tutti ci fregano, così se dovessimo mai raggiungere qualcosa nella vita dobbiamo rubbare.
Facciamo tutto affinché sia semplice: chi ha successo lo fa semplicemente (rubando), chi fallisce non ha ancora trovato la riceta semplice, come un piatto di spaghetti con aglio e olio, o come una frittata, ma bada, come una frittata o un piatto di pasta cucinati dalla mamma e portati fumanti alla tavola già imbandita.
Così compriamo il sogno, pagandolo oggi, e pagandolo nella realtà . La realtà non ci piace la camuffiamo da truffa.
Ed in momenti di sconforto diciamo che ” la verità è che nessuno ti regala niente, che bisogna sempre lavorare duro …”
Ma non è vero. Di regali ne riceviamo a iosa, solo non siamo capaci di rendercene conto, preferiamo distrarci a sognare quel che non esiste, e che forse neanche ci piacerebbe.
Interessante come cercando “dream” in flickr non ho trovato nulla che riguardasse i sogni fasulli che qui ho descritto. Il mondo sta andando bene.
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