E così questi sono anni di solitudine, dove è difficile trovarsi.
Ho appena letto un articolo di blog di “Avvenire” e alle parole “uccidere in nome di Dio è una contraddizione in termini” mi è salita la scimmia. Poi ho pensato che fosse un amo al quale i giornalisti vorrebbero che si abbocchi, magari leggendo come argomentano certe idiozie e, in definitiva, pagandogli il pranzo di tutti i giorni.
Si fottano.
Il livello culturale è ormai talmente scadente e i megafoni sono così diffusi che è come essere in una stalla subito prima o subito dopo un terremoto, dove il bestiame impazzisce e non la vuole smettere di fare baccano.
Ed un povero contadino ignorante che cerca solo di nutrire, per quel che può, la sua curiosità , dovrebbe andar lì a cercar di metter pace tra le bestie che cercano di stabilire chi è il capobranco.
Invece no, ci vuol pazienza con gli animali, e tutto s’aggiusta prima o poi.
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