Torno in Italia ed c’è un sole che è impossibile non aver voglia di fare un giro in bici.
Così mi decido, tardi, e parto per 2 ore tranquille, 60km circa.
La Bianchi in carbonio, leggera, favolosa. Rispetto a quella con la quale mi muovo a Francoforte, in acciaio, e “dura” sul manubrio, non c’è confronto.
Visto la tipica fretta degli automobilisti della domenica decido di tagliare per la collina.
400 metri di buche tali da inghiottire il cerchione della bici e scassartelo.
Cosicché inizio a preparare tutta l’arringa sul fatto che sia inaccettabile qualcosa del genere, che in questo Paese tutto va a rotoli, che nessuno si occupa di mobilità , etc.
Sono stati 2 minuti intensi con scroscianti applausi finali. Tutti immaginati alla perfezione.
Eppure svalicata la salitina mi appoggio sul manubrio e vado giù tranquillo, l’asfalto è migliore e tutto scorre. In effetti per il 98% del tragitto l’asfalto è stato accettabile, non che non si possa far meglio, ma a tratti era addirittura buono. E quel 2% devastato dovrebbe invalidare tutto il lavoro della provinciale?
Ma soprattutto, quel 2% di disagio dovrebbe farmi evitare di godere del resto della strada e farmi dimenticare di quella passata scorevolissimevolmente?
Praticamente la storia della mia vita.
E in quel momento ho capito il traguardo, cosa è un traguardo, quale significato ha.
Non importa quando arrivi, raggiungerlo è qualcosa che ti migliora comunque.
Tanto vale correre.

fonte img:Â http://www.corrierepadano.it/provincia-buche-sulle-strade-e-emergenza-calza-stiamo-raschiando-il-fondo-del-barile/
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